Verso un modello di accessibilità totale del patrimonio culturale. Dalla tutela alla valorizzazione. Dall’accesso fisico e sensoriale all’accesso emozionale. Di Gabriella Cetorelli

Gabriella Cetorelli, responsabile del Servizio Progetti Speciali della Direzione Generale Musei MIBACT
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Ascolta il vocale (mp3, 10,4MB)

L’Amministrazione dei Beni e delle Attività Culturali, dal momento della sua istituzione nel 1974 sino al 2008, ha curato fondamentalmente la tutela e la conservazione del patrimonio.
Nel 2008, infatti, sono state redatte le “Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale (D.M. 28 marzo 2008)” che pongono le premesse per una vera e propria rivoluzione culturale, giungendo nel 2009 alla creazione della Direzione generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale le cui competenze sono in larga parte transitate, con DPCM 29 agosto 2014, n. 171, alla Direzione generale Musei. Si è passati quindi, partendo dalla tutela e conservazione dei beni culturali, alla valorizzazione dei medesimi, laddove per valorizzazione intendiamo incentivare lo sviluppo della cultura, proporre progetti di creazione di servizi, facilitare la fruizione del patrimonio a tutti i cittadini, come pure sviluppare attività e strumenti per il raggiungimento della soddisfazione da parte degli utenti.
Questo ha portato anche alla puntuale osservazione di quelli che sono i fruitori del patrimonio, per capire meglio chi siano oggi i cittadini che si avvicinavano ad esso, ma soprattutto chi siano coloro che al patrimonio non si avvicinavano e per quali motivi. Uno di questi motivi è, sicuramente legato al superamento delle barriere, che possiamo indicare in architettoniche, cognitive, sensoriali, digitali, economiche, sociali, culturali , attitudinali, etc.
Un cambio epocale
Le Linee guida del 2008 hanno avuto il pregio di dare l’avvio a tutta una serie di progetti che l’Amministrazione ha messo in campo e che hanno consentito, in primo luogo, l’accesso fisico a numerosi importanti monumenti del patrimonio statale.
Che cosa è cambiato da allora? Direi che è cambiato tutto. Il pubblico a cui ci rivolgiamo è molto più eterogeneo; è cambiato l’approccio nei confronti del museo e della cultura in generale; l’avvento delle tecnologie ha portato a grandi possibilità di dialogo e di mediazione nei confronti dei nostri fruitori.
Tra le innumerevoli azioni intraprese dalla Direzione generale ci sono la realizzazione di un ascensore nelle Cappelle Medicee di Firenze, importantissimo monumento della città. Abbiamo poi reso accessibile il Foro Romano e il Palatino con tutta una serie di percorsi e interventi, tra cui anche la realizzazione di un ascensore vetrato, vero gioiello della tecnologia, che mette in comunicazione il livello moderno della città a quello antico, superando un dislivello di 6,50 metri.
Abbiamo poi reso accessibile Ostia Antica con un eco-percorso nella parte periferica del parco, che non era facilmente fruibile.
Altri importanti interventi sono stati realizzati per rendere accessibile un sito del patrimonio Unesco: la tomba della Pulcella nella necropoli etrusca di Tarquinia con un rilevante intervento di fruizione ampliata dell’area. Va inoltre menzionata la realizzazione di interventi di accessibilità alla Galleria nazionale delle Marche di Urbino con un percorso pluri-sensoriale.
A Trieste, presso il Castello di Miramare, si sta, inoltre, costruendo un ascensore e curando l’accessibilità al parco, per tutti, anche con visite sensoriali.

Inclinazioni e aspettative di una società fluida e imprevedibile
Un altro importante progetto è stato quello realizzato presso il Museo archeologico Nazionale di Cagliari denominato “Museo liquido”. In tale contesto siamo partiti da una considerazione di natura sociologica: viviamo in quella che il filosofo Zygmunt Bauman chiamava la “società incessante”: una società fluida, dove tutto si muove continuamente; una società tecnologica e digitale.
Non è più una società strutturata, prevedibile, ed anche i fruitori hanno nuove esigenze che non sono più, come un tempo, riferite semplicemente al mero approccio culturale. Questa società necessita di emozioni. Tra le tante finalità che la Direzione generale Musei si è posta ci sono quindi, oltre all’accesso fisico, l’accesso culturale e sensoriale, l’accesso attitudinale e, non ultimo, l’accesso emozionale, inteso come capacità di far provare emozioni alle persone che frequentano i musei, ciascuno sulla base delle proprie inclinazioni e aspettative.
Tutto questo si può realizzare attraverso un insieme di fattori: la narrazione dei patrimoni, gli allestimenti, la suggestione dei percorsi, la sapiente esposizione delle collezioni, gli apparati didascalici, le ricostruzioni virtuali, le visite plurisensoriali, etc.
Il museo quindi come luogo largamente visitabile ma anche adattabile, perché le collezioni spesso si ampliano e anche gli allestimenti si modificano, per diventare sempre più fruibili.
In questo contesto non si può tralasciare l’importanza della comunicazione, come dimostra il progetto “A.D. ARTE- L’informazione. Un sistema informativo per la qualità della fruizione dei beni culturali da parte di persone con esigenze specifiche”. L’attività è partita dalla considerazione che spesso i fruitori non si avvicinano al patrimonio perché non hanno chiare le reali condizioni di accessibilità che potrebbero trovare una volta giunti sul luogo.
Queste riflessioni hanno fatto emergere l’esigenza di comunicare ai nostri visitatori quali siano le condizioni reali dei nostri musei. Prima di dire se un luogo della cultura è “accessibile” o “non è accessibile”, ci siamo domandati per chi dovessero essere accessibili questi luoghi. Ci sono musei che possono essere accessibili per un disabile motorio, ma non per un disabile sensoriale o cognitivo, e viceversa.

Accessibile è far sapere al visitatore quello che trova e quello che c’è
Abbiamo allora realizzato questo progetto, cambiando prospettiva e cercando di capire quello che c’è a disposizione, per farlo conoscere in modo che ognuno possa trovare la risposta alle proprie esigenze, possibilità e aspettative.
Questo progetto è stato preceduto dalla realizzazione di un corso di formazione on line che ha coinvolto oltre 400 unità di personale dell’Amministrazione sulle tematiche legate alla accessibilità del patrimonio e alla capacità di rilevare le caratteristiche strutturali ed i servizi messi a disposizione nei luoghi stessi.
Per tutti i progetti realizzati sono state sempre consultate le più importanti associazioni di settore a livello nazionale, e prima di validare ciascun progetto, è stata richiesta la più ampia condivisione ai fruitori del patrimonio
Le Linee Guida, nel corso degli anni, hanno quindi consentito la creazione di progetti di accessibilità ampliata anche in luoghi unici e preziosi che si credeva non potessero essere mai fruibili a tutti.
Nel 2016 con circolare 80/16 della Direzione generale Musei, nell’intento di rafforzare il DM (Decreto Ministeriale) 28 marzo 2008, tra i numerosi adempimenti, è stata altresì istituita la figura del Responsabile per i temi dell’accessibilità in musei monumenti aree e parchi archeologici statali aperti al pubblico.
Attualmente stiamo realizzando delle Linee guida che consentiranno di affiancare, all’accessibilità fisica anche l’accessibilità sensoriale, cognitiva e culturale, ampliando quelli che sono i percorsi progettati per i vari pubblici.
Un altro obiettivo importante è la disseminazione dei progetti già messi in campo, finalizzati anche allo sviluppo del settore turistico in tema di accessibilità, fondamentale per l’economia del Paese. È importante, al riguardo, menzionare come anche il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 abbia individuato, tra i principi trasversali proposti, l’accessibilità  intesa come permeabilità fisica e culturale.
Il tema dell’accessibilità al patrimonio rientra inoltre nel progetto MuSST (Musei e Sviluppo dei Sistemi Territoriali) promosso sempre dalla Direzione generale Musei, teso a sostenere i Poli museali regionali nella promozione di reti territoriali, nella valorizzazione partecipata e nella creazione di percorsi culturali integrati.
L’accessibilità è, infine, un tema che troviamo riportato anche negli standard uniformi di qualità e negli obiettivi di miglioramento dei musei e dei luoghi della cultura, sulla base del Decreto Ministeriale, Repertorio 113 del 21 febbraio 2018 “Adozione dei livelli minimi di qualità per musei e luoghi della cultura di appartenenza pubblica e attivazione del Sistema museale nazionale”, volti a “garantire un accesso di qualità per gli utenti”, a dimostrazione dell’impegno profuso dal MiBACT, nel corso degli ultimi anni, per favorire la fruizione ampliata del patrimonio culturale.