Il museo accessibile: il MANN tra esperienze maturate, progetti in corso e prospettive future

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Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Premessa

Negli ultimi anni il ruolo che i musei e, più in generale, i luoghi di cultura hanno assunto nella società è profondamente mutato, grazie alla diffusione di un approccio attivo e propositivo, aperto al confronto e alla collaborazione coi più diversi soggetti pubblici e privati, con i propri contesti locali e con la realtà politico-culturale nazionale e internazionale, nonché pronto a interfacciarsi, in maniera sempre più consapevole, con l’universo digitale.

L’approvazione da parte dell’ICOM della nuova definizione di museo, lo scorso 24 agosto a Praga, ratifica questa evoluzione, riconoscendo a tali istituti culturali una duplice missione: da una parte, quella che potremmo definire “intellettuale”, finalizzata a effettuare ricerche, raccogliere, conservare, interpretare ed esporre il patrimonio culturale materiale e immateriale; dall’altra una più propriamente “sociale”, basata su concetti quali accessibilità, inclusività, diversità, sostenibilità, partecipazione della comunità, che persegue le necessità della società ascoltando concretamente il pubblico, immaginando e progettando soluzioni diversificate ed esperienze partecipate per un’utenza quanto più possibile ampia ed eterogenea.

Il MANN accessibile

In questa direzione il Museo Archeologico Nazionale di Napoli lavora da tempo con grande attenzione, valorizzando e potenziando, grazie alle nuove risorse e prospettive offerte dall’autonomia, le esperienze maturate, almeno a partire dai primi anni Duemila, sul tema della mediazione culturale in funzione dei diversi tipi di pubblico.

Sin dai primi passi mossi come istituto autonomo, il MANN ha cercato di presentarsi come attore consapevole nella società, proponendosi non solo come luogo di conservazione, ma anche come spazio dell’incontro, del dibattito e della riflessione sulla contemporaneità, attraverso il magistrale confronto della storia. Lo scopo ultimo della sua azione è, infatti, quello di stimolare la coscienza civica, favorendo la comprensione delle nostre origini e la consapevolezza delle nostre comuni radici, nella convinzione che il “museo del futuro” debba acquisire sempre più una specifica funzione “politica”. Quest’ultima si esplica nella capacità di essere luogo che crea le precondizioni per la comprensione di tutti i meccanismi che sottostanno ai processi storici moderni, che funge da stimolo della capacità critica dei propri utenti, che si presenta come forza attiva della realtà territoriale in cui opera, sostenendo, condizionando e rafforzando i processi di sviluppo urbanistico, sociale ed economico.

Concretamente questo approccio si è tramutato nella realizzazione di servizi, esperienze di visita e modalità innovative di fruizione, in cui il tema dell’accessibilità è declinato nelle sue diverse componenti (fisica, economica, cognitiva e digitale) ed è in diretta relazione con il più generale obiettivo di raggiungere il “maggior numero di tipologie di pubblico possibile”, rivolgendosi a visitatori ed utenti di ogni età, reddito, preparazione e provenienza. Un lavoro che è stato portato avanti non solo affidandosi a personale qualificato, ma soprattutto attivando connessioni con i destinatari per un loro coinvolgimento diretto nella fase stessa di progettazione didattica.

Progettualità tra passato, presente e futuro

Sulla base di tali presupposti, il MANN ha innanzitutto implementato le attività condotte dai propri Servizi Educativi, volte a favorire l’accessibilità sensoriale e cognitiva da parte di pubblici speciali, ampliando ogni anno la rete delle collaborazioni con associazioni e istituti riabilitativi, tra cui si ricordano, solo per citare le più radicate collaborazioni, l’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti di Napoli, l’ENS, l’IPSlA “Paolo Colosimo” e la Rete Campania tra le Mani. Ciò ha permesso di garantire, nel tempo, un’ampia e composita offerta che annovera, tra le proposte più significative: visite tattili e in LIS; laboratori tattili per piccoli e adulti con disabilità visiva; laboratori interculturali rivolti alle comunità straniere, con particolare riguardo a migranti e rifugiati; attività di accoglienza, orientamento e accompagnamento alla visita dei pazienti dei servizi per la salute mentale, nonché di minori delle educative territoriali e dei centri diurni polifunzionali; visite speciali rivolte a detenuti e pazienti in terapia medica per gravi patologie organiche, assistiti dall’unità di psicologia clinica per il trattamento delle conseguenze psicologiche della malattia.

A partire dal 2017, inoltre, il Museo ha avviato una serie di progetti speciali di tipo sperimentale nel campo dell’accessibilità e dell’inclusione, realizzati anche grazie a specifiche fonti di finanziamento, come il PON Cultura e Sviluppo Fesr 2014-2020. Sarebbe impossibile in questa sede dare conto in maniera esaustiva di tutte le iniziative realizzate, tuttavia si può portare qualche esempio per ambito d’intervento.

In tema di interculturalità, per esempio, si può citare il progetto “Attraverso gli occhi degli altri” (2017), finalizzato alla produzione di materiali didattici e sussidi alla visita diretti a un pubblico di cultura cinese. Grazie al coinvolgimento di studenti cinesi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli sono stati svolti dei laboratori partecipativi, redatte schede pensate per un pubblico di cultura cinese e incontri con bambini cinesi per l’elaborazione di un piccolo volume da fornire a tutti i bambini in visita. Sempre ai pubblici stranieri è stato destinato il progetto “Antico Presente” (2018), nell’ambito del quale sono stati realizzati cinque video “emozionali”, dedicati ad altrettante opere in esposizione permanente; con l’obiettivo di intercettare in via prioritaria turisti stranieri potenzialmente interessati a visitare il museo, ciascun video è stato prodotto in cinque versioni linguistiche diverse: inglese, francese, tedesca, spagnola e italiana.

Nell’ambito delle disabilità cognitive e sensoriali il MANN ha messo in campo un ampio programma di attività denominato “Il museo accessibile”, che si è rivolto in particolare al settore delle tecnologie applicate ai beni culturali. Nel 2019 con il progetto “Il museo a portata di mano” è stata realizzata la scansione e la stampa di repliche 3D, in resine speciali, di circa quaranta oggetti rappresentativi delle principali collezioni permanenti. Questi oggetti, inizialmente allestiti in un’apposita sala, saranno in futuro collocati in corrispondenza dei manufatti originali e costituiscono uno strumento addizionale per la realizzazione di tour tattili. Nel 2021, invece, il progetto “Il Gran Mosaico” ha previsto, a seguito della conclusione della prima fase di restauro sul Mosaico di Alessandro, lo sviluppo di un sistema didattico multimediale e multicanale 3D e con contenuti “aumentati”, arricchiti dall’uso del videomapping, non solo per aumentare la visibilità e la comprensione dei fenomeni narrativi, ma anche per favorire l’inclusione di persone sorde, attraverso una narrazione con sottotitoli elaborati ad hoc per un pubblico di non udenti.

Nuovi linguaggi, tecnologia, multisensorialità

Il MANN ha anche aderito alla sperimentazione del Progetto di ricerca “AIVES – Arte e Innovazione Visioni Emozioni Sensazioni”, finalizzato a realizzare un sistema che consentisse la fruizione di opere d’arte, beni archeologici e archivistici a tutti i potenziali visitatori di musei, pinacoteche e biblioteche, che fossero normodotati o diversamente abili, attraverso la trasmissione di stimoli che inducessero nell’utente sensazioni ed emozioni in grado di “comunicare” l’arte. Per il MANN, in particolare, è stato realizzato nel 2019 un bassorilievo multisensoriale del celebre affresco di Europa su Toro proveniente da Pompei. Sempre nell’ambito del Progetto AIVES, il Museo ha promosso la giornata di studi “Multisensorialità e tecnologia per l’accessibilità e l’inclusione: esperienze a confronto”, tenutasi il 28 settembre scorso, che ha costituito un importante momento di confronto tra alcuni dei più importanti istituti culturali del sud Italia sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione.

Tra le più recenti sperimentazioni in tema di accessibilità sensoriale non si può non citare il progetto E.LIS.A., promosso dalla Regione Campania, che ha previsto la creazione di percorsi multimediali inclusivi sul patrimonio artistico e culturale della Campania accessibili per le persone sorde. Il MANN, in qualità di partner, ha collaborato attivamente alla realizzazione di una video-guida in LIS e IS che sarà presentata il prossimo 22 dicembre, dedicata alla storia del Museo e alle sue principali collezioni, introdotte mediante la descrizione di ventisette opere.

Negli ultimi anni, inoltre, il MANN ha lavorato attivamente sul tema dell’accessibilità anche in occasione dell’allestimento e del restyling delle sezioni espositive permanenti. Nel caso, in particolare, della riapertura della sezione Magna Grecia (2019), la predisposizione di accorgimenti ad hoc per facilitare la fruizione anche da parte di diversamente abili è avvenuta nella stessa fase di progettazione dell’intervento allestitivo, permettendo di inserire armonicamente le esigenze connesse alla creazione di un percorso inclusivo, costituito da supporti tattili, nel quadro generale delle soluzioni architettoniche e grafiche adottate. Un simile approccio inizia ad essere applicato con sistematicità anche nelle esposizioni temporanee, come è accaduto per le mostre “Assiri all’ombra del Vesuvio” (2019), “Gladiatori” (marzo 2021 – aprile 2022) e, da ultimo, “Bisanzio. Alba e tramonto di un impero”, che sarà inaugurata il prossimo 21 dicembre.

Nel quadro dei nuovi linguaggi tesi a coinvolgere un pubblico sempre più vasto, il Mann si è altresì avvalso del progetto dell’Università Federico II “Obvia per il MANN – Out of Boundaries Viral Art Dissemination”, una disseminazione virale dell’arte oltre le barriere fisiche del museo, che viene raccontato attraverso le contaminazioni, la produzione d’arte, le sinestesie che possono attirare e coinvolgere i pubblici mediante l’emozione. In questa prima fase, tra gli strumenti utilizzati troviamo: spot cartoon adatti a diversi target (adulti, young adult, kid), spot live, video d’autore, video guide delle opere del MANN, fumetti, produzione letteraria, mostre di disegni, opere che rileggono in chiave tecnologica l’arte del museo e riproduzione artigianale di oggetti antichi.

In secondo luogo, il progetto mira alla realizzazione di molteplici network stabili con il territorio, con la duplice funzione sia di disseminazione dell’immagine del Museo, attraverso legami con infrastrutture nel settore dei trasporti (aeroporti, reti ferroviarie, Metropolitane), con la Factory MAD Entertainment, con l’unione Cinema indipendenti, con siti culturali che si occupano di eventi e festival di respiro nazionale, con istituzioni culturali ed enti di ricerca; sia di crescita sociale e culturale del territorio, attraverso sinergie con accademie scientifiche e creative, conservatori, Teatri del calibro del San Carlo, del Bellini e altri enti delle ICC. Di notevole interesse è poi il network ExtraMANN, la rete dei partner del MANN basata su criteri territoriali, tematici e sociali, intessuta da soggetti che gestiscono e promuovono siti culturali, attuando nuove modalità di gestione, come quelle fondate su iniziative pubblico-private di open innovation.

L’upgrade successivo alla produzione artistica e alla creazione di reti e disseminazione dell’immagine del Museo è costituito dalla realizzazione, a cura di OBVIA per il MANN, di un ecosistema culturale, scientifico, sociale, creativo che pone al centro il Museo quale mainpartner che lavora per lo sviluppo del territorio e della sua crescita, affiancato dall’Università Federico II e da INVITALIA.

Infine, tra le nuove forme di linguaggio teso a creare una comunità digitale ricorderemo i due videogames Father and Son I e II, rispettivamente del 2018 e del 2022.

Accessibilità e inclusione sono argomenti sui quali il MANN, come tanti altri istituti di cultura nazionali e internazionali, tanto ha fatto, ma sui quali c’è ancora tanto da lavorare. In tal senso, la nuova definizione adottata dall’ICOM costituisce al contempo una definitiva presa di coscienza e un trampolino di lancio per il museo del futuro, che non può più considerarsi semplicemente una cattedrale della bellezza, ma deve innanzitutto mirare a essere luogo del benessere, in cui chiunque possa sentirsi felice perché accolto e accompagnato all’acquisizione di elementi critici di lettura e di comprensione della storia, attraverso cui costruire la propria identità individuale e collettiva.