Opera: Sansone a cavallo di un leone, formella dal portale dell’Abbazia di Nonantola

Copia di scultura

Sansone a cavallo di un leone, formella dal portale dell'Abbazia di Nonantola

Copia

Dimensioni
37 cm in altezza, 31,5 cm in larghezza
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Deposito

Originale

Autore
Wiligelmo
Data
1002 - 1032
Periodo
Romanico
Dimensioni
37 cm in altezza, 31,5 cm in larghezza
Materiale
marmo
Luogo
Abbazia di Nonantola, portaleSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Dal forte è uscito il dolce e dal divoratore è uscito il cibo”, Giudici XIV, 14.

Attorno al 1117, Wiligelmo e i suoi allievi lavorarono al portale dell’Abbazia di Nonantola, realizzando il lunotto e forse le due serie di formelle che ornano gli stipiti, commissionate dall’abate Rodolfo. Al Museo Omero sono esposte alcune copie da calco al vero di questi capolavori dell’arte romanica.

Tra queste, sullo stipite sinistro, è collocata la formella alta circa 31 centimetri che raffigura Sansone a cavallo di un leone. Questa formella si differenzia dalle altre della serie per il formato leggermente più quadrato e l’assenza degli archi a tutto sesto ad incorniciare la scena.
La larghezza della formella è interamente occupata da un leone che pare voltare di scatto il muso spalancando le fauci. A cavallo dell’animale troviamo la figura di Sansone, dai lunghi capelli, che occupa l’intera altezza della formella.
Egli afferra saldamente la mascella del leone, nella sua lotta contro di essa. Il riferimento è a un episodio biblico, in cui Sansone scopre che uno sciame di api ha fatto un nido e miele nel ventre di un leone che aveva ucciso qualche tempo prima.

A prima vista, questo pannello non sembra essere pertinente al tema della storia dell’abbazia trattato nella sua serie. Si tratta infatti di una metafora della donazione del territorio di Nonantola da parte del re longobardo Astolfo a suo cognato Sant’Anselmo: i governanti che si impossessarono dei beni della chiesa, i Longobardi, fornirono cibo ai monaci (la donazione di Astolfo). Dalla stessa dinastia dominante uscì la dolcezza del fondatore dell’abbazia. Per questo motivo, il brano biblico “Dal forte è uscito il dolce e dal divoratore è uscito il cibo” è inscritto sopra e sotto la piastrella.

Approfondimento

All’origine dell’abbazia vi fu nel 752 una donazione di terre dal re longobardo Astolfo al cognato Anselmo, Santo e fondatore dell’abbazia. Intitolata a San Silvestro, del quale ospita le reliquie, divenne monastero benedettino e luogo di accoglienza e pellegrinaggio.
La storia dell’Abbazia è in parte narrata proprio da uno dei due cicli di formelle sul portale. Le formelle sono tutte rettangolari, benché di dimensioni diverse; la maggior parte delle scene descritte sono incorniciate da due archetti a tutto sesto ed orientate verticalmente. Esse si dividono in due sequenze che narrano le storie dell’infanzia di Gesù, le storie dell’abbazia di Nonantola, con particolare riferimento alle figure di Sant’Anselmo, San Silvestro e Sant’Adriano.