Opera: Pietà di San Pietro

Copia di scultura

Pietà di San Pietro (copia in vetroresina)

Copia

Dimensioni
174 cm in altezza, 195 cm in larghezza, 69 cm in profondità
Tecnica
calco al vero
Materiale
resina, polvere di marmo
Spazio
Rinascimentale

Originale

Autore
Michelangelo Buonarroti
Data
1497 - 1499
Periodo
Rinascimentale
Dimensioni
174 cm in altezza, 195 cm in larghezza, 69 cm in profondità
Materiale
marmo
Luogo
Città del Vaticano, Basilica di San PietroSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

La “Pietà di San Pietro” è forse l’opera più celebre di Michelangelo, commissionata dal Cardinale francese Jean Bilhères de Lagraulas per la propria tomba. Michelangelo vi lavorò tra il 1497 e 1499, quando era poco più che ventenne. Si tratta di gruppo scultoreo in marmo statuario di Carrara realizzato a grandezza naturale (174 centimetri in altezza e 195 in larghezza). Al Museo Omero ne è esposta una copia da calco al vero realizzata in resina e polvere di marmo dagli studi CineArs di Roma. Propria l’aggiunta del marmo e un particolare lavorazione rende questa copia tattilmente più simile all’originale nonché più piacevole.

La composizione dell’opera ricorda una piramide: Maria, seduta su una larga roccia che forse allude al Calvario, tiene sulle ginocchia il corpo senza vita di Cristo, suo figlio. La Vergine indossa un velo che le copre il capo e un’ampia veste con voluminose pieghe che scendono fino a terra. Con la mano destra sostiene le spalle del figlio, reggendolo da sotto l’ascella, mentre la sinistra è rivolta col palmo verso l’alto, in un gesto che rappresenta l’accettazione della volontà divina.

Il volto di Maria, molto giovane, è rivolto verso Gesù e non appare straziato dal dolore, ma composto anche nella sofferenza. Cristo è disteso sulle gambe della madre: il braccio destro ricade verso il basso, la testa è abbandonata all’indietro, coi capelli scompigliati che scendono sulle spalle; gli occhi sono chiusi. Il corpo è liscio e nudo, fatta eccezione per un panno annodato in vita; sul dorso dei piedi e delle mani si possono percepire le stigmati, ma a parte queste, non vi sono altri segni di sofferenza sicché Cristo appare più addormentato che morto.
Con quest’opera Michelangelo rivisita l’iconografia della Pietà di stampo nordico in chiave di bellezza classica: non c’è una Vergine dal volto straziato e solcato dalle rughe e un Cristo dal corpo magro e irrigidito, coperto di ferite sanguinanti. La raffigurazione non ruota più intorno alla rappresentazione esplicita del dolore, ma presenta, più sottilmente, la partecipazione di Maria alla Passione e il suo accogliere la morte del figlio come parte della volontà divina.

La scultura colpisce anche per la perizia tecnica del giovanissimo scultore: l’anatomia del corpo di Cristo è studiata nei più piccoli dettagli ed il marmo è stato trattato diversamente a seconda della superficie rappresentata, ruvido e opaco in corrispondenza della roccia, liscio per la pelle dei personaggi. L’artista ha posto grande cura anche nel realizzare il panneggio della veste di Maria, sul quale, all’altezza del petto, è inciso: MICHELANGELUS BONAROTUS FLORENT FACEBAT. È l’unica opera che Michelangelo abbia firmato, forse proprio per smentire le voci che sostenevano fosse impossibile, per uno scultore tanto giovane, realizzare un’opera di tale perfezione.

Ascolta l’audio: Il video con la descrizione dell’opera in LIS (Lingua dei Segni Italiana)