Opera: Irina

Scultura originale

Irina

Originale

Autore
Francesco Messina
Data
1982
Periodo
Novecento
Dimensioni
67,5 cm in altezza, 30 cm in larghezza, 45 cm in profondità
Tecnica
fusione, patinatura
Materiale
bronzo
Spazio
'900 e Contemporaneo

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“In tal modo il sangue fluisce
quando sulle punte ti appresti ad entrare
nella panica scena che ti sconvolge di luce”.
Questi versi appartengono alla poesia “Danzatrice” di Francesco Messina, scultore ma anche poeta.

Quello delle Danzatrici è un tema ricorrente nello scultore e vi appartiene anche il bronzo “Irina”, esposto al Museo Omero.

La danzatrice è seduta su uno sgabello, con la schiena dritta, i piedi e le gambe leggermente divaricate, le mani incrociate e appoggiate sulle cosce e due dita della sinistra sollevate, come se stesse tenendo il tempo, in attesa di essere richiamata ad esibirsi. Il viso è minuto, dai lineamenti delicati; lo sguardo, rivolto in avanti, è vigile dietro le folte ciglia. I capelli raccolti in una coda leggermente scomposta.

Lo scultore ha posto grande accuratezza nel descrivere i bordi e le pieghe del tutù che la giovane indossa: sottile come un velo, a malapena percepibile al tatto, nella parte superiore che ricopre il seno, più consistente nella gonna che scende sulle cosce, dove si possono percepire bene gli spessori delle pieghe. Ai piedi indossa dei sandali stretti alla caviglia da lacci così sottili da essere quasi impalpabili.

La fanciulla è colta in un momento di pausa, ma la postura ed il tamburellare delle dita rivelano comunque la sua attenzione nel seguire la musica, attendendo il momento dell’esibizione.

Il bronzo si presenta perfettamente liscio al tatto in corrispondenza della figura umana, più ruvido nella parte dello sgabello.

Sensibile conoscitore delle coeve tendenze dell’arte figurativa, nonché amico dei maggiori scrittori e scultori italiani del Novecento, Messina è rimasto sempre fedele agli ideali di armonia delle forme, ripresi dalla scultura greca, senza mai rinunciare alla figura, alla sua forza, al suo fascino elementare.

“Quello che cerca soprattutto Francesco Messina nella sua scultura è di raggiungere la bellezza dell’aspetto plastico con le forme giuste e finite; la finezza del modellato, il carattere risultante dall’osservazione acuta e dalla lunga elaborazione; il tutto unito ad eleganza e buon gusto; questi due fattori sono indispensabili ad ogni vero artista… A forza di lavoro, di polimento della forma, di acutezza plastica d’ogni angolo della scultura, le statue di Francesco Messina nascono come creazioni piacevoli a guardarsi, a toccarsi, a fiutarsi; hanno infatti anche un ‘buon odore’…” Giorgio de Chirico, 1983.