Opera: Busto di Costanza Bonarelli

Copia di scultura

Busto di Costanza Bonarelli (scultura in gesso)

Copia

Dimensioni
72 cm in altezza
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Mimica del volto umano

Originale

Autore
Gian Lorenzo Bernini
Data
1637 - 1638
Periodo
Barocco
Dimensioni
72 cm in altezza
Materiale
marmo
Luogo
Firenze, Museo Nazionale del BargelloSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

«È gran fortuna la vostra, o Cavaliere, di vedere papa il cardinal Maffeo Barberini; ma assai maggiore è la nostra, che il Cavalier Bernini viva nel nostro pontificato», Papa Urbano VIII.

Il busto di Costanza Bonarelli, datato 1635 circa, è l’unica opera di Bernini a carattere privato. Al Museo Omero ne è esposta una copia da calco al vero, alta 72 cm, nello spazio dedicato alla Mimica del volto umano.

Il busto della donna è raffigurato in posizione frontale, i suoi occhi sono sbarrati nell’atto di reagire ad una visione improvvisa e sembrano sfuggire allo sguardo dello spettatore. La bocca è semiaperta, come nell’atto di trattenere un grido di sorpresa. Anche la capigliatura è resa con trascurata naturalezza: i capelli sono lievemente spettinati e gettati indietro a scoprire la fronte alta.
La veste, simile ad una camicia intima, non è particolarmente elegante, ma ornata da un semplice nastro liscio sulla scollatura che si increspa e si apre fino a far intravedere il seno, come se la donna venisse sorpresa nell’intimità della propria stanza.

Le superfici levigate risultano gradevoli anche al tatto, soprattutto sul viso e sul collo, ma mantengono tale piacevolezza anche sulle ciocche di capelli arricciate e sulle pieghe della veste.

Questa scultura apre la strada ad un’evoluzione introspettiva e psicologica del filone della ritrattistica, da troppo tempo legato ad esigenze politico-celebrative.
La straordinaria naturalezza del ritratto è una prova dell’amore clandestino che legava l’artista alla donna. Si narra infatti che lo scultore intrattenesse con Costanza, moglie dell’allievo Matteo Bonarelli, una relazione segreta. Sembra anche che lei lo tradisse con il fratello Luigi: Bernini si vendicò picchiando quest’ultimo con una spranga e mandando un servitore dalla donna con l’intento di sfregiarla. In questa scultura Bernini riesce a donare al marmo la freschezza e l’intensità di un istante di vita privata, fissato come in uno scatto fotografico.