Opera: Afrodite di Milo
Copia di scultura

Copia
- Dimensioni
- 202 cm in altezza, 84 cm in larghezza, 70 cm in profondità
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- resina
- Spazio
- Greco e Romano
Originale
- Data
- 130 sec. a.C.
- Periodo
- Greco
- Dimensioni
- 202 cm in altezza
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Parigi, Museo del LouvreSi apre in una nuova finestra
Descrizione
La prima raffigurazione della Dea Afrodite nuda della storia, l’iconografia tradizionale infatti la voleva completamente vestita e severa, sembra esser stata scolpita da Prassitele: si tratta dell’Afrodite Cnidia, scolpita in marmo nel 360 avanti Cristo circa, collocata in origine nel tempio dedicato alla Dea a Cnido, antica città dell’Asia minore, la quale venne presa successivamente come modello per le molte raffigurazioni della Dea scolpite nel Periodo Ellenistico.
Tra queste una delle più celebri è sicuramente l’Afrodite ritrovata a Milo nel 1820. Questa celebre raffigurazione della dea della sensualità e dell’amore, simbolo dell’antica bellezza femminile, sembra essere una copia prodotta in marmo pario nel Secondo secolo avanti Cristo da una scultura originale, scomparsa, di Lisippo.
La figura è rappresentata in posizione eretta ma con un movimento di spalle, bacino, vita e gambe tanto sinuoso da disegnare una sorta di linea curva ad esse, sulla quale si sviluppa tutta la figura. Il peso di questa è sostenuto dalla gamba destra mentre la sinistra è spostata leggermente in avanti, flessa e girata sul proprio asse verso il fianco destro, in atteggiamento pudico.
Da notare la pesante e grezza massa costituita dalla veste che, accartocciata, copre il corpo della dea dai fianchi ai piedi, e come determini una sorta di linea obliqua parallela a quella delle spalle, poste l’una dall’altra ad altezza differente. La testa, caratterizzata da un bel viso regolare ovale e dai tipici lineamenti greci, con un’espressione impassibile, degna di una divinità, che ricorda l’inespressività dei volti di età classica, è girata verso sinistra; la capigliatura, fissata da un nastro, è finemente modellata con senso descrittivo e naturalistico, come la ciocca che, fuoriuscita dal nastro, pende sul collo.