Opera: Madonna partoriente e primo bagno di Gesù, formella dal portale dell’Abbazia di Nonantola

Copia di scultura

La natività, formella dal portale dell’Abbazia di Nonantola (copia in gesso)

Copia

Dimensioni
40,5 cm in altezza, 30,5 cm in larghezza
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Deposito

Originale

Autore
Wiligelmo
Data
1002 - 1032
Periodo
Romanico
Dimensioni
40,5 cm in altezza, 30,5 cm in larghezza
Materiale
marmo
Luogo
Abbazia di Nonantola, portaleSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito”, Luca 2: 6-7.

Attorno al 1117 Wiligelmo e i suoi allievi lavorarono al portale dell’Abbazia di Nonantola, realizzando il lunotto e probabilmente le due serie di formelle che ornano gli stipiti, commissionate dall’abate Rodolfo. Al Museo Omero si trovano alcune copie di questi capolavori dell’arte romanica.

La formella rettangolare, alta circa 40 centimetri, raffigura la Madonna partoriente e il primo bagno di Gesù. La scena, incorniciata da due archi a tutto sesto, è divisa orizzontalmente in due. La parte superiore è occupata da Maria che, distesa su un letto, è sul punto di dare alla luce il figlio. Nella parte inferiore campeggia una figura femminile avvolta da una lunga veste e da un velo (non è certo sia Maria a causa della mancanza dell’aureola, mentre alcuni vangeli apocrifi nominano la presenza di una levatrice) che, seduta a terra con le gambe distese, sembra stia lavando Gesù dentro una tinozza quadrata. Il piccolo ha un viso paffuto e non attribuibile ad un neonato, ma piuttosto ad un giovane.

Le figure sono ancora rigide e statiche, ma alcuni dettagli, come le vesti ed i capelli mossi del bambino Gesù, appaiono ben descritti. L’episodio del primo bagno di Gesù non è riportato nei Vangeli, ma potrebbe essere stato desunto da altre fonti, come il protovangelo di Giacomo, ed essere così poi entrato a far parte della tradizione iconografica.

Approfondimento

All’origine dell’abbazia vi fu nel 752 una donazione di terre dal re longobardo Astolfo al cognato Anselmo, Santo e fondatore dell’abbazia. Intitolata a San Silvestro, del quale ospita le reliquie, divenne monastero benedettino e luogo di accoglienza e pellegrinaggio.
La storia dell’Abbazia è in parte narrata proprio da uno dei due cicli di formelle sul portale. Le formelle sono tutte rettangolari, benché di dimensioni diverse; la maggior parte delle scene descritte sono incorniciate da due archetti a tutto sesto ed orientate verticalmente. Esse si dividono in due sequenze che narrano le storie dell’infanzia di Gesù, le storie dell’abbazia di Nonantola, con particolare riferimento alle figure di Sant’Anselmo, San Silvestro e Sant’Adriano.