Opera: Lui e lei

Scultura originale

Lui e lei

Originale

Autore
Giuliano Vangi
Data
2015
Periodo
Contemporaneo
Dimensioni
59 cm in altezza
Tecnica
fusione, patinatura
Materiale
bronzo
Spazio
'900 e Contemporaneo

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Solo così sento di essere a posto con la mia coscienza: aver ‘raccontato’ qualcosa che riguarda tutti gli uomini e non essermi limitato alle mie piccole gioie o dolori personali”, Giuliano Vangi.

“Lui e Lei” è una scultura del 2015, in bronzo e nichel, donata dall’artista al Museo Tattile Statale Omero in seguito all’esposizione “Frammenti d’umanità. Giuliano Vangi e i giovani artisti”, in occasione della sesta edizione della Biennale Arteinsieme.

La scultura, alta circa 60 centimetri, raffigura un uomo e una donna, in piedi, chiusi in un tenace abbraccio. Lui, poco più alto, stringe la donna a sé con le sue grandi mani: una è sul collo, l’altra sulla schiena. Il volto della donna non si vede, è affossato nella spalla dell’uomo, così come le braccia sono rannicchiate all’interno di quell’abbraccio inglobante.

Dell’uomo intravediamo solo metà del volto, dall’espressione provata. Le gambe di entrambi sono leggermente divaricate e salde a terra; lei è scalza, con il tallone del piede sinistro sollevato da terra. La donna, dal corpo affusolato, è vestita con una semplice maglia e una gonna liscia che lascia scoperte le gambe, dal ginocchio ai piedi. Anche l’uomo, dai folti e lisci capelli spettinati, indossa abiti semplici: una camicia e dei pantaloni lunghi.

La cromia generale del bronzo vira su tonalità calde, ma l’artista ha trattato col nichel le mani dell’uomo e le gambe della donna, per evidenziare le parti anatomiche nude. Una caratteristica tipica dello stile di Vangi è attribuire differenti tonalità alla materia, tramite patine o inserti di materiali differenti. L’esperienza tattile è resa piacevole dalle superfici levigate e dalla possibilità di rotare l’opera, posta su una base cilindrica girevole.

Un abbraccio dunque, che però ha in sé qualcosa di disperato: un ritrovamento dopo una disavventura? Un ultimo appassionato saluto prima di un addio? Questa è un’iconografia nuova nell’opera di Vangi, che da sempre indaga le fragilità umane. L’artista studia il nostro rapporto con il mondo, con gli altri, la nostra emotività, la nostra psiche. Poi mostra queste tensioni attraverso la materia, i corpi delle sculture, il loro dinamismo o la loro immobilità, la loro mimica facciale e la loro gestualità.

Ascolta l’audio: