Opera: La sepoltura del corpo di Papa Adriano in abbazia, formella dal portale dell’Abbazia di Nonantola

Copia di scultura

La sepoltura del corpo di Papa Adriano in abbazia, formella dal portale dell'Abbazia di Nonantola

Copia

Dimensioni
43 cm in altezza, 31 cm in larghezza
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Deposito

Originale

Autore
Wiligelmo
Data
1002 - 1032
Periodo
Romanico
Dimensioni
43 cm in altezza, 31 cm in larghezza
Materiale
marmo
Luogo
Abbazia di Nonantola, portaleSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Le pietre dell’Abbazia di Nonantola sono tessere di un mosaico, antico dodici secoli e mezzo, che compone lacrime e gioie, speranze e delusioni, preghiere e sofferenze, attese e traguardi”, Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena-Nonantola.

Attorno al 1117 Wiligelmo e i suoi allievi lavorarono al portale dell’Abbazia di Nonantola, realizzando il lunotto e forse le due serie di formelle che ornano gli stipiti, commissionate dall’abate Rodolfo. Al Museo Omero sono esposte alcune copie da calco al vero di questi capolavori dell’arte romanica.

Fra queste è presente anche la narrazione della sepoltura del corpo di Papa Adriano in abbazia, il cui originale si trova sullo stipite sinistro del portale. Come le altre, anche questa scena, alta 43 centimetri, è orientata verticalmente e incorniciata da due archi a tutto sesto. La composizione risulta essere simmetrica: il corpo del santo, avvolto da un sudario, occupa insieme al sepolcro la parte inferiore della formella. Due monaci, uno a destra e uno a sinistra chini sulle spalle adagiano il corpo di Adriano nel sepolcro e le loro fronti si sfiorano. Sopra di essi altri due monaci in piedi si fronteggiano: uno regge il crocifisso, l’altro il Vangelo. Sullo sfondo si percepisce il profilo del viso di altre due figure, che a differenza delle altre, sono entrambe rivolte verso destra.

Approfondimento

All’origine dell’abbazia vi fu nel 752 una donazione di terre dal re longobardo Astolfo al cognato Anselmo, Santo e fondatore dell’abbazia. Intitolata a San Silvestro, del quale ospita le reliquie, divenne monastero benedettino e luogo di accoglienza e pellegrinaggio. La storia dell’Abbazia è in parte narrata proprio da uno dei due cicli di formelle sul portale.
Le formelle sono tutte rettangolari, benché di dimensioni diverse; la maggior parte delle scene descritte sono incorniciate da due archetti a tutto sesto ed orientate verticalmente. Esse si dividono in due sequenze che narrano le storie dell’infanzia di Gesù, le storie dell’abbazia di Nonantola, con particolare riferimento alle figure di Sant’Anselmo, San Silvestro e Sant’Adriano.