Opera: Fauno di Pompei

Copia di scultura

Fauno di Pompei (copia in gesso)

Copia

Dimensioni
77 cm in altezza, 35 cm in larghezza, 35 cm in profondità
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Greco e Romano
Itinerante
Quest’opera fa parte della sezione itinerante.

Originale

Data
I - II sec. a.C.
Periodo
Romano
Dimensioni
77 cm in altezza, 35 cm in larghezza, 35 cm in profondità
Materiale
bronzo
Luogo
Napoli, Museo Archeologico NazionaleSi apre in una nuova finestra

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Nel mezzo un prato e coperta di verdeggiante muschio da una roccia sgorgava una vena d’acqua perenne e ad essa Fauno soltanto si dissetava”, “Fasti”, Ovidio.

Così scrive il poeta latino Ovidio nella raccolta “Fasti”. Secondo la mitologia romana, il Fauno è la divinità della natura, della campagna e dei boschi.
Il Fauno in questione proviene da Pompei, dalla Casa del Fauno, il cui nome ricorda appunto la presenza di quest’opera in bronzo, posizionata su un piedistallo al centro della vasca quadrangolare che raccoglieva l’acqua piovana (impluvium) nell’atrio di una casa (domus) romana. Non si conosce il nome del suo autore, ma si ipotizza sia una creazione databile al I secolo a.C. realizzata da uno scultore di Scuola Alessandrina.

La piccola scultura, alta 71 cm, che oggi è conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, raffigura un uomo nudo, magro e muscoloso, impegnato in una danza in apparenza disarticolata.
La testa è rovesciata all’indietro, lo sguardo è rivolto al cielo, le braccia sono alzate sopra la testa e flesse all’altezza del gomito, la sinistra è più in alto della destra. I piedi sulle punte accennano ad un passo di danza, con la gamba sinistra allungata all’indietro e la destra flessa sul davanti.
Folti e ricci i capelli e una barba similare, un po’ appuntita, contornano il volto rugoso, dai tratti marcati, naso grande e bocca semiaperta. Sulla fronte, nascoste tra i capelli, spuntano due corna caprine e sul retro della figura, alla fine della spina dorsale, si vede una piccola e corta coda.
L’esecuzione tecnica di questa scultura in bronzo è raffinata, efficace nel rendere con naturalezza il movimento del corpo umano.

La presenza di corna caprine e coda rimanda alla figura mitica del Fauno, o meglio del Satiro, ed il movimento sembra alludere ad uno stato di ebbrezza o a una danza ballata in un’estasi religiosa. Secondo alcuni fonti, i Fauni sarebbero stati antichi pastori, abitanti, ai primordi del mondo, nel territorio sul quale verrà fondata Roma. Fauno era anche chiamato il dio Luperco, difensore delle greggi dagli assalti dei lupi.
Nei primi secoli dell’era cristiana molte divinità pagane furono demonizzate, ed il Fauno verrà associato al male, a Lucifero.