Arturo Martini

Arturo Martini nasce a Treviso l’11 agosto 1889. Si forma a Treviso e Venezia come orafo e ceramista, collaborando in particolare con la Fornace Guerra Gregorj. Nel 1908 studia a Venezia con lo scultore Urbano Nono, scopre la plastica di Medardo Rosso e partecipa alla prima edizione delle mostre di Ca’ Pesaro.

Le sue invenzioni e la sua fantasia plastica gli consentono ben presto di acquisire fama e notorietà a livello internazionale, assumendo un ruolo predominante nel panorama artistico europeo. Ha contatti con la cultura europea e nel 1909 prosegue i suoi studi a Monaco, dove viene a contatto con la scultura di Adolf von Hildebrand.

Nel 1911 parte per Parigi, dove approfondisce la conoscenza del cubismo e delle avanguardie. Si avvicina al futurismo, anche se non aderirà mai pienamente alla poetica del movimento. Nel 1914 partecipa all’Esposizione Libera Futurista Internazionale.

Negli anni venti aderisce a Valori Plastici, superando il naturalismo ottocentesco in direzione di una plastica lineare che faccia rivivere la solennità della scultura antica. Nel 1925 è invitato ad esporre in una sala alla III Biennale Romana; l’anno successivo, dopo i precedenti rifiuti, partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Nello stesso anno espone alla prima mostra di Novecento, movimento di cui sarà presente anche alla seconda edizione del 1929. In questo periodo definisce la sua arte, che si traduce in un ideale punto d’incontro tra antico e moderno.

Nel 1931 vince il primo premio per la scultura alla Quadriennale di Roma e nel 1933 si stabilisce a Milano. Inizia a sperimentare l’utilizzo di nuove tecniche espressive come il legno, la pietra, la creta ed il bronzo e partecipa regolarmente alle grandi esposizioni nazionali. Realizza numerose sculture monumentali come il gigantesco gesso Mosè salvato dalle acque, alto 6 metri.

Tra il 1939 e il 1940 inizia a dipingere ed espone con successo le sue opere alla Galleria Barbaroux. Dal 1942 al 1944 è a Venezia, dove insegna scultura all’Accademia di Belle Arti, ma nell’estate del 1945 viene sospeso dall’insegnamento per aver aderito al fascismo.

Muore a Milano il 22 marzo 1947.

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