Luci del 900, chiude con Serie ospedaliera di Amelia Rosselli

Amelia Rosselli La fortunata rassegna "Luci del Novecento, la poesia", organizzata dal Museo Omero e curata dal poeta Francesco Scarabicchi, chiude mercoledì 14 giugno alle ore 18,00 con un incontro dedicato a una poetessa controversa, innovatrice e affascinante, Amelia Rosselli e la sua raccolta Serie ospedaliera. A raccontarci fragilità e coraggio di questa protagonista del '900, figlia dell'antifascista Carlo Rosselli, morta suicida dieci anni fa, sarà il critico letterario Alessandro Baldacci e la voce dell'attrice Lucia Ferrati. Per Baldacci: "Serie ospedaliera è probabilmente il libro in cui la poesia di Amelia Rosselli tocca il vertice incandescente della propria straordinaria tensione formale. Negli 83 testi che compongono questa raccolta, uscita per la prima volta nel 1969, l'autrice riporta sulla pagina uno spazio di radicale alterità linguistica ed esistenziale, un esperimento tragico in cui la voce poetica mina la rappresentazione classica del lirico". Amelia Rosselli è nata a Parigi nel 1930. Ha esordito con il poemetto La libellula nel 1959. Hanno fatto seguito i libri Variazioni belliche (1963), Serie ospedaliera (1969), Documento 1966-1973 ( 1976), Impromptu ( 1981), Appunti sparsi e persi (1983), Diario ottuso (1990) e Sleep. Poesie in inglese (1992). I suoi scritti critici e le sue varie collaborazioni giornalistiche sono stare raccolte nel 2004 all'interno del volume Una scrittura plurale. Amelia Rosselli è morta a Roma il 11 febbraio 1996. Alessandro Baldacci è dottore di ricerca in Scienze letterarie. Ha insegnato "Teoria e storia della traduzione letteraria" e "Letterature Comparate" all'Università di Cassino. E' fra i curatori dell'antologia Parola Plurale (Roma 2005). Ha pubblicato il libro Fra Tragico e assurdo. Benn, Beckett e Celan nella poetica di Amelia Rosselli (Cassino 2005). Ha inoltre scritto su Beckett, Bachmann, Kafka, Rosselli, Manganelli, Buffoni e Anedda. Sta preparando per la Laterza una monografia dedicata a Amelia Rosselli. Cercare nel rompersi della sera un nascondiglio meno adatto di questo che stimola i miei riflessi in lunghe nappe obbligatorie. O ritrovare fra le erbe frammiste di tenerezza un'obbligatoria crudeltà il giorno che tu fermasti gli occhi al solco della primavera incantando un mondo di bestie con vetrali lacrime che non scendevano ma s'imbrogliavano nel tuo sonno tutto rose. Cercare nel sonno che concede qualche mal posto ristoro un'ombra gracile che fu quella giovinezza persa fra stenti, quando doravi il libro d'ore.