Opera: Urbis fragilis

Scultura originale

Urbis fragilis

Originale

Autore
Valeriano Trubbiani
Data
1983
Periodo
Novecento
Dimensioni
75 cm in altezza
Tecnica
fusione, patinatura, assemblaggio
Materiale
bronzo
Spazio
'900 e Contemporaneo

Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.

Descrizione

“Le città sono l’abisso della specie umana”, Jean-Jacques Rousseau.

L’opera “Urbis Fragilis” (città fragile), in bronzo, è stata realizzata nel 1983 da Valeriano Trubbiani e donata successivamente al Museo Omero dall’organizzazione Soroptimist.

La composizione si sviluppa in verticale in soli 75 centimetri ed è ricca di elementi. Nella parte superiore si trova la città con edifici di diverse epoche e stili: hanno la forma di parallelepipedi di varie dimensioni e si alternano a colonne a spirale o decorate con motivi floreali. Tra gli edifici sono collocate delle pigne giganti a rappresentare gli alberi.
Sulla tua sinistra una colonna si eleva sopra tutto, e mostra, in cima, il mezzo busto di un baffuto condottiero di epoca ignota. Il personaggio ha in testa un elmo, i suoi occhi sono spalancati e la bocca è sorridente.
La parte centrale è un piano obliquo, un ampio scivolo, su cui sono distesi alcuni palazzi, due colonne e una cupola, di rimandi rinascimentali: parte della città, sulla tua destra, viene trascinata verso il basso da una frana. La frana è segnalata tattilmente da alcune linee ondulate incise, che tagliano il piano in obliquo fino alla base della scultura. Qui si trova una classica sedia di paglia rovesciata. Caduto a terra insieme alla sedia c’è Pinocchio: il burattino di legno della favola di Collodi con il cappello a cono, le braccia e le gambe tese, il vestito da scolaro, la maglia a maniche corte a sbuffo e i pantaloncini corti. A far da sfondo alla città c’è una larga foglia ricca di scanalature che le conferiscono movimento.
L’intera scultura è realizzata in bronzo trattato: alcuni segni in superficie sono infatti provocati dalla spazzolatura del metallo, che rende il materiale non uniforme al tatto.

Quest’opera fa parte del tema “Le città scivolate” prodotte dall’artista, nativo di Macerata ed operante ad Ancona. Al centro della sua riflessione estetica e poetica, si trova il rapporto tra uomo, natura e cultura. Esistono quattro varianti di “Urbis Fragilis” riprodotte con lo stesso schema compositivo, come in una costruzione infantile. La città è posta in cima ad una sorta di scivolo o di struttura, protetta nello sfondo da un grande vegetale, come una foglia o una quercia. All’interno delle composizioni l’artista inserisce sempre oggetti differenti tra di loro: da edifici geometrici di varie epoche a colonne e alberi, da personaggi storici a personaggi provenienti dalle favole che dialogano tra di loro e che testimoniano la ricerca dell’artista.
Il materiale utilizzato, rame e bronzo, è di grande percezione materica e le sensazioni che si provano toccando queste Città sono varie e particolari, ma sicuramente con queste presenze simboliche, Trubbiani vuole sottolineare il senso di nostalgia nei confronti di una natura e di un mondo perduti per sempre.