Pietro Consagra

Scultore, scrittore e critico, Pietro Consagra nasce nel 1920 a Mazara del Vallo (Trapani). Trascorre l’infanzia e la giovinezza nel paese d’origine, poi si trasferisce a Palermo, dove si diploma al Liceo artistico nel 1941. Nello stesso anno, grazie a una borsa di studio, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Nell’agosto del 1944 giunge a Roma, dove disegna e vende ritratti di soldati presso la Croce Rossa americana. La conoscenza di Renato Guttuso lo introduce agli ambienti più colti della capitale e lo avvicina alla Federazione comunista.

Nel 1947 rientra a Roma dopo un viaggio a Parigi e, insieme a Turcato, Accardi, Dorazio e altri, fonda il gruppo Forma 1. Firmando un manifesto, i giovani artisti polemizzano con la politica culturale del Partito Comunista e dichiarano di volersi dedicare all’astrattismo, che ritengono l’unico linguaggio ancora capace di rinnovare profondamente l’arte.
La prima personale di Consagra risale al dicembre 1947, presso la Galleria Mola di Roma. Sempre nella capitale, nella primavera del 1948 si tiene una grande esposizione d’arte astratta. Nello stesso anno, la giuria della Biennale di Venezia respinge una sua scultura. In risposta a tale decisione, presso la galleria Sandri si tiene una personale di Consagra.

A partire dagli anni ‘50, si intensifica l’attività espositiva in Italia e all’estero. Nel 1952 l’artista dà vita ai Colloqui, la prima tra le serie di temi che caratterizzano la sua produzione. I Colloqui, ai quali si dedica fino al 1963, sono opere realizzate con lastre metalliche o in legno e che prevedono una visione frontale. L’intento è di liberare la scultura dalla tridimensionalità, creare un unico punto di vista, instaurare un rapporto diretto tra opera e osservatore.

Nel corso del decennio, la Biennale di Venezia accoglie ormai Consagra con favore e le sue opere cominciano a oltrepassare i confini europei, riscuotendo successo. Il 1956 è un anno decisivo: la Biennale gli dedica un’intera sala e la maggior parte delle opere lì esposte sono vendute a collezioni pubbliche e private americane, ottenendo l’interesse e l’appoggio dei critici. Nel maggio 1958, Consagra presenta alla galleria La Tartaruga di Roma alcuni disegni su pannelli di faesite, esempi significativi della sua attività pittorica e grafica, che si affianca a quella di scultore. A fine decennio, continuano a giungere importanti premi e riconoscimenti dall’Italia e dall’estero.

Nel 1964, con l’arrivo della Pop Art in Europa, Consagra attraversa un momento di riflessione e comincia a dedicarsi alla pittura a smalto. Nasce così la scultura colorata dei Piani Sospesi e dei Ferri trasparenti, opere bifrontali dallo spessore minimo.
Tra il 1967 e il 1968, l’artista è negli Stati Uniti per insegnare alla School of Arts di Minneapolis e partecipa a numerose collettive. Continua inoltre a proporre il tema della bifrontalità nelle Sottilissime, opere in acciaio inox dallo spessore estremamente ridotto, inferiore al millimetro. Sempre nel 1968, le forme urbane dell’America stimolano la sua riflessione sulla città come tema plastico: Consagra approda così allo spessore massimo degli Edifici frontali.

Nel 1970, il sindaco di Gibellina lo invita a ideare una serie di opere per la città distrutta dal sisma del 1967: Consagra progetta nel 1972 il Teatro frontale, non ancora terminato, e il Meeting (1983). L’anno successivo, a Palermo, si tiene la prima grande mostra antologica dedicata alla sua attività. Nel 1993, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma inaugura una sala permanente a lui dedicata.
A metà anni ‘90, alcune sue grandi sculture sono posizionate nelle strade italiane.
Nel 2001, riceve la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte.

Consagra muore a Milano nel 2005, mentre continuava a lavorare su importanti progetti.

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