Opera: Discobolo
Copia di scultura

Copia
- Dimensioni
- 156 cm in altezza (con la base), 108 cm in larghezza, 100 cm in profondità
- Tecnica
- calco al vero
- Materiale
- gesso alabastrino
- Spazio
- Greco e Romano
Originale
- Data
- 455 a.C.; copia romana 117 - 138 d.C.
- Periodo
- Greco
- Dimensioni
- 133 cm in altezza, 108 cm in larghezza, 100 cm in profondità
- Materiale
- marmo
- Luogo
- Città del Vaticano, Museo Pio ClementinoSi apre in una nuova finestra
Foto: Maurizio Bolognini. Proprietà: Archivio Museo Tattile Statale Omero.
Descrizione
“L’antichità poteva dire di lui che aveva moltiplicato la verità ma che, curioso soprattutto dei corpi, non aveva reso lo stato dell’animo. E così Mirone, mentre è il primo dei grandi scultori dell’antichità, è l’ultimo degli scultori arcaici”, Alessandro della Seta.
Il Discobolo, ovvero il lanciatore di disco, è una scultura in bronzo realizzata da Mirone di Eleutere tra il 460 e il 450 avanti Cristo, oggi perduta. La conosciamo grazie alle copie in marmo di epoca romana giunte fino a noi; tra queste, c’è quella conservata ai Musei Vaticani, riprodotta nella nostra copia in gesso.
Questa copia romana, ritrovata nell’area di Villa Adriana a Tivoli, è databile al secondo dopo Cristo, ma presenta una testa moderna, aggiunta alla fine del diciottesimo secolo.
La statua rappresenta un giovane atleta nudo, nel momento di massima tensione che precede il lancio del disco. In torsione, con le gambe flesse, il lanciatore sta radunando le forze, e subito dopo girerà su sé stesso per scagliare il disco, accompagnando il gesto con tutto il corpo.
Il braccio destro, che regge il disco, è teso all’indietro e verso l’alto; l’altro braccio poggia la mano sul ginocchio destro. La statua disegna un arco continuo che va dal disco fino al tallone del piede sinistro, sollevato sulle punte. Nonostante lo sforzo, il volto, dai lineamenti eleganti, rimane inespressivo. La testa, aggiunta successivamente, è rivolta in avanti, con lo sguardo verso terra: una posizione innaturale. Nella statua di Mirone, la testa era probabilmente girata all’indietro, come si vede in altre copie romane. Inoltre nel bronzo di originale non era presente il tronco di palma dietro la gamba sinistra: l’elemento è stato aggiunto come rinforzo strutturale nelle successive copie in marmo.
Il Discobolo è l’opera più famosa di Mirone e un’icona dell’arte. Il giovane atleta, con il suo fisico muscoloso, incarna al meglio il concetto di bellezza e perfezione ideale.
Lo scultore greco ha posto grande cura nella resa di alcuni dettagli anatomici, ben percepibili al tatto, come la muscolatura del torace, i tendini e le vene della mano destra, gonfie per lo sforzo.
In questa statua si concentrano molte delle maggiori suggestioni legate all’antica Grecia: la passione per i giochi olimpici, il culto della perfezione del corpo umano, la calma interiore e la ricerca dell’armonia formale.